Fondamentali per impedire reazioni infiammatorie e allergiche opponendosi alla generazione di istamina, gli antistaminici si rivelano efficaci soprattutto con l'avvento della stagione primaverile non appena cominciano a spuntare i pollini (tanto temuti da quanti soffrano di allergie innescate da tale antigene) e aumenta la probabilità di incorrere nei cosiddetti raffreddori da fieno o riniti allergiche. In queste ipotesi i pazienti che ne sono affetti godono della possibilità di vivere con maggiore facilità la stagione del polline, alleviandone i sintomi del disturbo.
I sintomi mutano in relazione all'allergene, in genere si manifestano con prurito, arrossamenti della pelle e degli occhi, rinite e naso chiuso, asma nei casi più gravi e formazione di muco nella mucosa dei bronchi per via della liberazione di istamina; a soffrire di questi sintomi è purtroppo oltre il trenta per cento della popolazione, percentuale che risulta aumentata notevolmente nel corso degli anni se si pensa che solo agli inizi degli anni Ottanta del Novecento essa si stimava intorno al dieci per cento.
Gli antistaminici trovano altresì impiego nel trattamento di tutte quelle malattie cagionate dall'eccessiva presenza di istamina nei tessuti e negli organi, e la loro azione ha una durata media di qualche ora (in genere sei, al massimo) durante le quali si riducono i sintomi dell'allergia; somministrati in dose eccessive comportano effetti collaterali piuttosto sgradevoli, di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti. Ad oggi i progressi nel campo della medicina hanno fatto sì che si potesse trovare la causa delle allergie tramite test sempre più affidabili.
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